Baderne e galeotte
di Romano Pisciotti
Boccaporti e incerate sono ancora nella memoria di qualche marinaio anziano, eppure le grandi navi dalle bocche metalliche sono già arrivate alle spiagge di Alang: relitti oramai divorati dalle formiche umane e dal tempo; altre ne sono già state costruite e si usurano alla velocità delle maree.
Le navi dei nostri sogni avevano l’odore di mercati lontani e i colori di nuovi orizzonti. I nostri vapori issavano l’orgoglio della bandiera e l’emozione di ogni partenza; nei fischi di saluto si disperdevano la nostalgia e la paura.
Abbiamo abbandonato le tavole pesanti da listellare con la tela cerata: siamo riusciti a sorprendere le onde, che per secoli hanno sfidato l’opera dei marinai provetti, chiudendo le bocche delle stive con lame d’acciaio.
Nessuno rimpiange il sudore della fatica, ma abbiamo perso il coraggio, l’esperienza e la saggezza, non solo dei marinai.
I sogni, senza la manutenzione della passione e della pazienza, si sono arrugginiti spiaggiandosi sulle terre di pianeti lontani, mentre la realtà presente ci sta spaesando e il futuro si farà così breve e vicino da non riconoscerlo più come tale.
R.P.