Il mare grande
quando è immobile,
nero e silenzioso,
perde l’anima divina
facendo più paura
della tempesta
e della nebbia densa;
la condizione è il
preambolo di una lotta:
il mare,
geloso del cielo,
d’un tratto,
sembra accendersi
con fosforo
risalito dal profondo.
Invisibili esseri
incendiano la superficie
come un rigurgito
di draghi marini.
L’acqua si mescola
con la luce
che più brilla
sotto il taglio di prua,
mentre
sembra placare
il gorgo dell’elica.
Un tappeto luminoso
e gelatinoso
scivola sul silenzio
della bonaccia
allontanandosi
nel buio della notte.
La scienza
ha un nome
per questo fenomeno,
per noi marinai
e sognatori
è l’eterna invidia
di Nettuno per l’aurora.
Romano Pisciotti
Bio luminescence. Illuminazione di plancton…