17 novembre 1860

 

Il naviglio

che non è rientrato

ha mille e mille nomi,

ancora mille e più:

il nome

di ogni singolo uomo

che l’amaro destino

ha legato al salmastro

di notti senza Luna,

a rossi tramonti

e all’alba di gloria!

Combattenti sul mare,

nel ferro e nel fuoco,

eroi nel silenzio

di acque profonde.

Altri uomini

sono partiti

e partiranno

con la stessa bandiera

e lo stesso credo.

Romano Pisciotti

Con il Regio Decreto del 17 novembre 1860 n. 4419, viene sancita la nascita della Marina Militare.

…giusto festeggiare, celebrare e ricordare!

RP

UNA NOTTE

Attraverso

le grandi finestre,

una Luna curiosa

sbirciava oltre le tende

sollevate dal vento:

voleva scoprire

volti e sogni

di quei ragazzi

che avrebbero giurato,

per fede e passione,

nel nome della storia

e degli eroi.

Le invisibili labbra

di un raggio argentato

sfiorarono, materne,

l’alito caldo

del sonno profondo

di quei giovani,

mischiandoli

in unico sangue,

ma per ognuno

ci fu un destino:

la messaggera divina

distribuì galloni,

tempeste, cieli azzurri,

adrenalina e successi

per mare

o per le vie del mondo.

Vennero fissate

le gioie, le difficoltà,

gli amori e gli anni…

così il tempo

venne distribuito

ad ogni anima.

Forse, quel bacio,

è solo una favola…

ma quel legame esiste

nella vita e nei ricordi.

R.P.

VITA DI BORDO

Sono stato gentilmente “criticato”per non scrivere tutta la realtà della vita di bordo…che, sicuramente, non è solo emozioni e tramonti stupendi!

Perdonate, ma scrivere, non certo da letterato, è la mia nuova passione!

Bene, confesso:

Ho navigato da giovane, quando la fatica e la lontananza pesano meno, quando la curiosità e la voglia di viaggiare sono come spinte per cercare nuovi orizzonti.

Ho cominciato lavando piatti…tantissimi piatti sull’ammiraglia dell’epoca : la T/n Raffaello!

Poi…ho annusato il profumo di mari diversi e il puzzo di stiva; ho respirato il fumo denso della ciminiera, la brezza mediterranea, l’odore del petrolio e di varie altre schifezze chimiche.

Quante volte mi sono incamminato a prua, al posto di manovra, in piena notte e con il viso picchettato dalla pioggia ghiacciata! Ho passato ore e ore sotto il sole al posto di manovra a Panama. Ho assaggiato la paura di marosi feroci; ho ricevuto complimenti, dai piloti canadesi, per come avevo imparato a manovrare nei ghiacci del San Lorenzo.

Ho diviso la cabina con qualche scarafaggio; ho fatto, non so più quante volte, la guardia in plancia in piena notte con l’unico conforto di una tazza di caffè preparata dai marinai in guardia con me; con loro non ho diviso solo il caffè, ma anche i loro sacrifici e il dolore della nostalgia per casa e famiglia…a volte al suono di qualche brano del “Notturno dall’Italia.”

Ho visitato gli USA e l’Australia quando i comuni mortali arrivavano solo al traghetto per la Sardegna e il massimo del turismo era una settimana a Londra, con viaggio organizzato.

Ho navigato su vecchie petroliere, modernissime bulk carrier e a bordo di eleganti transatlantici.

Ho viaggiato “alla busca” e, chiuso nella blindata Centrale Operativa di Combattimento, su navi militari (fortunatamente solo per esercitazioni).

Ho comandato e ubbidito…ho sempre fatto il mio dovere.

Ho fatto un po’ il pirata, barando sul punto nave da comunicare al noleggiatore; ho “fregato” un po’ di carico per miscelarlo con il bunker per i motori; ho “mastruzzato” qualche tonnellata sul carico…per favorire le tasche dell’armatore (erano le regole del gioco).

Ho preso belle abitudini nella prima classe della vecchia e lussuosa Augustus…ho preso qualche acciacco nella pancia di petroliere durante le operazioni di degassifica.

Ho conosciuto gente e posti…ho visto meraviglie della natura e dell’uomo, schifezze indicibili e povertà umana. Ho visto tanti di quei posti da confondermeli.

Ho aspettato settimane per ricevere una lettera da casa e poter imbucare un saluto.

Ho navigato quando, mollati gli ormeggi, si era fuori dal mondo…e il Marconista annunciava la buona o la cattiva novella: “Si carica a Ras Tanura…si scarica non si sa dove…Gibilterra ordini!”

Ho navigato quando farlo era ancora avventura: punto nave con le stelle e radar ancora a valvole! Ho sperimentato i primi Loran C…per il punto nave con stazioni di terra: un gran mal di testa per posizioni incerte! I satelliti di posizionamento erano

ancora un lusso per poche navi e, spesso, ancora molto sballati.

Anche l’esperienza con le stellette è stata molto interessante: iniziata come radarista sulla vetusta nave Cigno (una Fregata in tutti i sensi, carica d’anni e gloria!), proseguita in Accademia a Livorno e terminata insegnando navigazione! Non posso contare quante volte ho dovuto stringere i denti, ma posso ricordare l’amicizia e la solidarietà con i compagni di corso (vincoli che durano, ancora oggi, dopo quasi cinquant’anni!); posso ricordare la soddisfazione dell’insegnare a dei giovani l’arte della navigazione.

Ho smesso di navigare perché la mia passione si scontrava con un quotidiano deprezzamento della professione…oggi, dopo tanti anni la situazione dei marittimi è, purtroppo, complessivamente peggiorata!

Il mondo globalizzato e tecnologico ha trasformato in tranvieri gli ufficiali della Marina Mercantile.

Per quanto riguarda la Marina Militare …non voglio pronunciarmi, ma i valori per i quali ho “giurato” mi sembrano, oggi, molto annacquati nel Paese.

Lasciamo perdere la politica e torniamo alla vita di bordo:

certamente non facile…oggi come ieri. Un mondo che non si era ancora globalizzato, che non aveva ancora conosciuto internet, un mondo dove distanze e tempo non si erano ancora ristretti era, sicuramente, più affascinante, esotico…il navigare ne aveva di fascino!

Dal giorno che ho “appeso al chiodo” la Patente di Capitano di Lungo Corso, ho continuato a vivere esperienze, non sempre felici, ma sempre interessanti…spesso ancora collegate al mare.

Ho faticato, sognato e realizzato, vinto e perso…ho avuto delusioni e soddisfazioni. Ho vissuto, vissuto intensamente.

Sono salito sul ponte di comando di importanti aziende, in Italia e all’estero…ora faccio il pensionato.

Non è vero che scrivo solo di splendidi tramonti, di gioie e passioni…anche se qualche volta la poesia è andata un poco oltre alla realtà; non ho negato ricordi tristi e ho celebrato eventi  drammatici, ma a settant’anni suonati è bello rivivere i ricordi migliori…nel modo migliore!

Comunque non ho ancora “tirato i remi in barca”.

Un abbraccio a tutti,

Romano

 

(Romano Pisciotti)

Nettuno contro Zeus

Il mare grande

quando è immobile,

nero e silenzioso,

perde l’anima divina

facendo più paura

della tempesta

e della nebbia densa;

la condizione è il

preambolo di una lotta:

il mare,

geloso del cielo,

d’un tratto,

sembra accendersi

con fosforo

risalito dal profondo.

Invisibili esseri

incendiano la superficie

come un rigurgito

di draghi marini.

L’acqua si mescola

con la luce

che più brilla

sotto il taglio di prua,

mentre

sembra placare

il gorgo dell’elica.

Un tappeto luminoso

e gelatinoso

scivola sul silenzio

della bonaccia

allontanandosi

nel buio della notte.

La scienza

ha un nome

per questo fenomeno,

per noi marinai

e sognatori

è l’eterna invidia

di Nettuno per l’aurora.

 

Romano Pisciotti

Bio luminescence. Illuminazione di plancton…

ARGONAUTI

Il pallido tepore

di una Luna stanca

accarezza

i nostri corpi

inariditi dal sale

del tempo.

La pelle ricorda

ancora

i nostri corpi

caldi e forti

nel riverbero

di vele bianche

gonfie di sole,

vento e vita.

Mentre

ad ogni onda

il nostro tempo

scadeva nell’ eclissi

della giovinezza,

i nostri cuori

imparavano

a respirare l’oceano.

Ad ogni orizzonte

segue

un nuovo orizzonte:

chi è stato in mare

ha conosciuto l’infinito…

lo ha negli occhi

e nell’anima,

per sempre.

 

Romano Pisciotti

GOCCE

Ignari passeggeri nell’universo immenso

alziamo lo sguardo

al cielo di così

tante stelle dipinto:

increduli, affascinati

e forse impauriti.

L’acqua

del fiume

non è mai la stessa,

così noi passiamo

guardando

rive e stelle

apparentemente immobili

nel nostro

piccolo cielo,

eppure

fiume e rive

viaggiano tutte,

con noi,

nell’eterna espansione

del cosmo

e del suo mistero.

Noi, piccole gocce,

abbiamo pensato,

e ancora c’illudiamo,

d’essere immobili

al centro dell’universo

e che sia la riva

a ruotarci intorno.

Arrivando al mare

avremo certezza

della nostra pochezza,

mentre

il grande Nettuno

s’inchina a Dei

sempre più potenti

che dell’universo,

a loro volta,

sono solo briciole.

Alzeremo nuovamente

lo sguardo al cielo,

accorgendoci

che non è dipinto,

tanto meno

per noi dipinto!

Noi siamo solo

gocce di colore,

macchie

destinate a scolorire

e sparire

con le nostre illusioni,

le nostre vittorie e

i nostri affanni…

godiamoci, almeno,

il viaggio!

Romano Pisciotti

SOMARI

 

Abbiamo perso

il fascino e l’orgoglio 

del ricordo

e della storia,

della passione 

dell’insegnamento,

della curiosità 

nell’apprendimento.

Maciniamo epoche

nel pensiero comune

di antichi peccati 

e nuove mode

dimenticando

d’incastrare il tempo

nel suo tempo

e la storia 

nei suoi secoli.

Celebriamo

fatti e santi

ridotti a francobolli

appiccicati sul libro

che rifiutiamo di leggere:

quello della Storia,

rimanendo pecore 

e somari.


Romano Pisciotti

BALENIERI

Cercatori

d’amori carnali

e birra fresca

nei bar dei vicoli,

vestiti

di giovani corpi

già feriti

dai gridi di morte

del leviatano.

Negli occhi

il ricordo di marosi,

sulle labbra

la sete sofferta

nella lunga bonaccia

e nel cuore

il dramma della giostra

con la morte.

Torneranno sui pennoni

dimenticando la paura,

le puzzolenti lenzuola

dei bordelli

e ricorderanno

solo i riccioli biondi;

rischieranno

contro il vento

sognando il bottino

di gonfi barili.

Nuovamente in gioco

con il destino

per accendere

il lume

che brucia olio

e vite.

Romano Pisciotti

…Ancora in barili gonfi celebriamo la ricchezza, il progresso…e “qualche” lutto!

RP

IL TALLONE D’ACHILLE

La forza, il coraggio

la bellezza

né l’arroganza

hanno salvato

il guerriero spietato:

nel cuore

e negli incubi d’Achille

già c’era

il presagio di morte.

Solo il mito

può sopravvivere

alle debolezze

del corpo,

pur di un semidio!

Di te

nessun poeta

ha scritto storie,

nessuno

ha cantato le gesta:

dove vuoi andare,

comune inquilino

del mondo?

In poco tempo

si perderà,

di te,

anche la polvere.

Se non il mito

rimarrà il ricordo,

privato o pubblico,

in famiglia,

tra gli amici

e tra chi

qualche cosa,

con te,

ha vissuto.

Forse

la tua vita

non sarà scritta

sulla pietra dei secoli,

ma non farti ricordare

per un tallone fragile

bensì

per le tue idee,

i tuoi fatti

e per il tuo sorriso.

 

Romano Pisciotti