Il pallido tepore
di una Luna stanca
accarezza
i nostri corpi
inariditi dal sale
del tempo.
La pelle ricorda
ancora
i nostri corpi
caldi e forti
nel riverbero
di vele bianche
gonfie di sole,
vento e vita.
Mentre
ad ogni onda
il nostro tempo
scadeva nell’ eclissi
della giovinezza,
i nostri cuori
imparavano
a respirare l’oceano.
Ad ogni orizzonte
segue
un nuovo orizzonte:
chi è stato in mare
ha conosciuto l’infinito…
lo ha negli occhi
e nell’anima,
per sempre.
Romano Pisciotti
Caro Romano , il tuo scritto è ,come sempre bello e coinvolgente . Sentimenti e momenti condivisibili per tutti quelli che sono andati per mare . Purtroppo , a mio parere , ti concentri troppo sulla tua visione poetica del marinaio . Il marinaio come tu ben sai, , non guarda solo l’orizzonte e le vele che si gonfiano . Maneggia cavi , in maniera pericolosa , picchetta il ferro della nave per togliere la ruggine , pittura il ferro appena raschiato dalla ruggine con più e più mani di pittura per conservarlo , pulisce e lava le stive della nave per caricare grano quando il carico precedente magari è stato carbone , si infila nei doppi fondi della nave per pulirli dalla ruggine e permettere alle pompe di sentina di aspirare in maniera completa la zavorra prima di caricare . Pozzi di catene da pulire periodicamente , casse dell’acqua da mantenere pulite e asettiche , caricare viveri di cambusa per il prossimo viaggio , arrampicarsi sul fumaiolo della nave per manutenzionarlo e pitturarlo ( e’ il simbolo che riconosce la compagnia di navigazione ) , si lava i suoi panni etc…… . Nei ritagli di tempo scrive a casa ( sono rimasto ai miei tempi ) . Non evidenziare anche questi aspetti , secondo me fai un torto alla realtà . Andare per mare e’ e sarà una dura necessità di vita . Un caro abbraccio , amico di sempre .
Potrei scrivere di lacrime e sangue, ma alla mia età è tanto bello confondere i ricordi con il sogno e la fantasia.
Comunque dovresti aggiornarti sul lavoro di bordo: certe operazioni non si fanno più e la manutenzione è molto più rara rispetto a quando navigavamo noi.
Leggimi tutto…anche quando scrivo dei morti in mare, ecc
Il buon Mauro ha “quasi” ragione: andar per mare è fatica, sudore, pericolo, responsabilità, a volte anche dolore… ma poi, a sera, un tramonto di fuoco, o la placida Luna che si specchia sul mare, o la scia argentata che ribolle all’infinito…
…non hanno prezzo. Felice di aver fatto sacrifici a bordo….però “ho visto cose che voi umani…”