ARGONAUTI

Il pallido tepore

di una Luna stanca

accarezza

i nostri corpi

inariditi dal sale

del tempo.

La pelle ricorda

ancora

i nostri corpi

caldi e forti

nel riverbero

di vele bianche

gonfie di sole,

vento e vita.

Mentre

ad ogni onda

il nostro tempo

scadeva nell’ eclissi

della giovinezza,

i nostri cuori

imparavano

a respirare l’oceano.

Ad ogni orizzonte

segue

un nuovo orizzonte:

chi è stato in mare

ha conosciuto l’infinito…

lo ha negli occhi

e nell’anima,

per sempre.

 

Romano Pisciotti

4 commenti su “ARGONAUTI”

  1. Caro Romano , il tuo scritto è ,come sempre bello e coinvolgente . Sentimenti e momenti condivisibili per tutti quelli che sono andati per mare . Purtroppo , a mio parere , ti concentri troppo sulla tua visione poetica del marinaio . Il marinaio come tu ben sai, , non guarda solo l’orizzonte e le vele che si gonfiano . Maneggia cavi , in maniera pericolosa , picchetta il ferro della nave per togliere la ruggine , pittura il ferro appena raschiato dalla ruggine con più e più mani di pittura per conservarlo , pulisce e lava le stive della nave per caricare grano quando il carico precedente magari è stato carbone , si infila nei doppi fondi della nave per pulirli dalla ruggine e permettere alle pompe di sentina di aspirare in maniera completa la zavorra prima di caricare . Pozzi di catene da pulire periodicamente , casse dell’acqua da mantenere pulite e asettiche , caricare viveri di cambusa per il prossimo viaggio , arrampicarsi sul fumaiolo della nave per manutenzionarlo e pitturarlo ( e’ il simbolo che riconosce la compagnia di navigazione ) , si lava i suoi panni etc…… . Nei ritagli di tempo scrive a casa ( sono rimasto ai miei tempi ) . Non evidenziare anche questi aspetti , secondo me fai un torto alla realtà . Andare per mare e’ e sarà una dura necessità di vita . Un caro abbraccio , amico di sempre .

    1. Potrei scrivere di lacrime e sangue, ma alla mia età è tanto bello confondere i ricordi con il sogno e la fantasia.
      Comunque dovresti aggiornarti sul lavoro di bordo: certe operazioni non si fanno più e la manutenzione è molto più rara rispetto a quando navigavamo noi.
      Leggimi tutto…anche quando scrivo dei morti in mare, ecc

  2. Il buon Mauro ha “quasi” ragione: andar per mare è fatica, sudore, pericolo, responsabilità, a volte anche dolore… ma poi, a sera, un tramonto di fuoco, o la placida Luna che si specchia sul mare, o la scia argentata che ribolle all’infinito…

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