Sull’Isola Ramree i giapponesi opposero una strenua resistenza. La 36ª Brigata di fanteria indiana sbarcò con le unità della RAF e i Royal Marines. Quando i Marines aggirarono una roccaforte giapponese i 900 difensori all’interno di essa abbandonarono la base e marciarono per unirsi ad un battaglione giapponese più consistente dall’altro lato dell’isola. Il percorso costringeva i giapponesi ad attraversare circa 16 km di paludi di mangrovie. Mentre questi lottavano per farsi strada attraverso le folte foreste le forze alleate circondarono l’area paludosa. Le malattie tropicali iniziarono presto ad affliggere i soldati giapponesi intrappolati nelle paludi, popolate anche da scorpioni, zanzare e coccodrilli marini.
Alcuni soldati britannici, tra cui il naturalista Bruce Stanley Wright, che partecipò alla spedizione, sostennero che dei coccodrilli attaccarono e mangiarono numerosi soldati giapponesi. La descrizione di Wright compare nel suo libro del 1962 “Wildlife Sketches Near and Far”
Probabilmente l’attacco dei coccodrilli è una leggenda metropolitana, ma non dimentichiamo che il morso di un coccodrillo marino è il più potente mai registrato in natura, pari o persino superiore a quello del Tirannosaurus Rex.
Il coccodrillo marino è il più grande rettile vivente nonché il più grande predatore terrestre. La sua lunghezza massima raggiunge, probabilmente, i 7 metri e il suo peso supera i 1.000 -1.200 kg. Tuttavia, un maschio adulto di coccodrillo d’acqua salata raramente raggiunge i 6 m di lunghezza, mentre le femmine sono molto più piccole e spesso non raggiungono neanche i 3 m.
Romano Pisciotti…cercando nel web