Applicazione delle leggi

L’intelligenza artificiale applicata alla giustizia: i giudici-robot

Il Ministero della Giustizia estone ha costituito un pool di esperti con il compito di creare un sistema di intelligenza artificiale in grado di svolgere la funzione di giudice, il sistema ideato prevede che le parti carichino atti e documenti su una piattaforma per poi lasciare ad un algoritmo la decisione sulla questione, salva la possibilità di fare appello ad un giudice umano.

Ho trovato interessante un passaggio dell’articolo di Mario Donnini sulla rivista sportiva AUTOSPRINT… si parla della nota vicenda del GP del Canada e della penalità inferta a Vettel, con il risultato di far perdere al corridore e alla Ferrari la già conquistata e meritata prima posizione. Donnini parla di giudici sportivi, ma il parallelo con la Giustizia Civile e Penale è, per me, più che giustificato.

 “…D’altronde: summum ius, summa iniuria. Per dirla con Cicerone, una applicazione acritica del diritto – che non tenga conto delle circostanze a cui le sue norme devono essere applicate nel singolo caso e delle finalità reali a cui esse dovrebbero tendere – ne uccide lo spirito e può facilmente portare a commettere ingiustizie o addirittura costituire strumento per perpetrare l’ingiustizia….”

 Il verdetto dei giudici sportivi sembra essere basato sull’applicazione delle regole senza valutare l’episodio nel suo ambiente; il contesto o i contesti possibili, non possono essere valutati dal legislatore a priori, per questo esistono i giudici…per questo si ha paura di un giudice robot.

Romano Pisciotti

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