Defending civilization does not mean wanting to go back and exalt war, male supremacy, slavery, class or racial hatred. It means taking on the legacy of civilization, traditions, symbols, without mechanically reproposing them in archaic forms; it means not judging the past with the lens of the present, not processing or erasing history because it differs from today’s sensibilities, but recognizing history as it is and then distinguishing what is alive and what is dead, what is always valid and what has passed away, with realism; without confusing the historical level with the judicial one and the judicial level with the moral and ideological one.
Difendere la civiltà non significa voler tornare indietro ed esaltare la guerra, la supremazia maschile, lo schiavismo, l’odio di classe o razziale. Vuol dire assumersi l’eredità della civiltà, delle tradizioni, dei simboli, senza riproporle meccanicamente nelle forme arcaiche; vuol dire non giudicare il passato con le lenti del presente, non processare o cancellare la storia perché differisce dalle odierne sensibilità, ma riconoscere la storia così com’è e poi distinguere quel che è vivo e quel che è morto, quel che è sempre valido e quel che invece è trapassato, con realismo; senza confondere il piano storico con quello giudiziario e il piano giudiziario con quello morale e ideologico.
Marcello Veneziani, Panorama, n.19 (2021)
Traduzione italiano/inglese di Romano Pisciotti